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Rione Sanità, due stese di camorra all'alba: "La camorra è in difficoltà e spara"

Il presidente della Municipalità Poggiani: "I clan reagiscono per frustrazione". Di diverso avviso Antonio Bassolino: "Sono lo Stato e le istituzioni tutte che devono fare di più"

Due stese di camorra si sono verificate al Rione Sanità tra la scorsa notte e la prima mattinata di oggi. A darne notizia, attraverso un post sul suo profilo Facebook, è stato Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità di Napoli. Gli episodi ne seguono uno del tutto simile avvenuto soltanto due giorni fa.

La prima è avvenuta nella zona dei Miracoli, intorno alle 4. Quattro i bossoli ritrovati a terra dalle forze dell'ordine, sebbene numerosi testimoni raccontano che sarebbero stati molti di più quelli esplosi dai malviventi. L'altra prova di forza dei clan è avvenuta invece in vico Canale, nei pressi di Santa Maria Antesaecula.

"Questi atti di violenza non hanno senso – spiega Poggiani – i clan reagiscono per frustrazione perché l'attenzione della istituzioni sul territorio è asfissiante nei loro confronti, è una lotta senza tregua". "Davanti alla rinascita del quartiere è come se questi topi di fogna avessero una strategia della tensione e le sparatorie sono lo strumento con cui provano ad attuarla". "Confermiamo la manifestazione di venerdì pomeriggio alle 18 in Piazza Sanità – ha concluso il presidente della Municipalità – L'appello è a coinvolgere le forze sane del quartiere e di tutta la città".

DE LUCA: "VIDEOSORVEGLIANZA NEL RIONE SANITÀ"

Sulla vicenda è intervenuto su Facebook anche l'ex sindaco di Napoli Antonio Bassolino. "Alla Sanità si spara e si minaccia per le strade, e lo stesso avviene in altri quartieri del centro e delle periferie. Ma in primo luogo proprio alla Sanità – prosegue Bassolino – e anche altrove, la società civile cerca di fare il proprio dovere: da don Antonio Loffredo a Mario Geraldo con il NuovoTeatro, da Ernesto Albanese con L'Altra Napoli ad altre esperienze". "Sono lo Stato e le istituzioni tutte che devono fare di più, sul terreno della repressione e della prevenzione sociale e culturale. Ma questo è possibile soltanto se lavorano assieme, unite: e questa è purtroppo la cosa che appare più lontana e difficile".

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