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Stesa contro Poppella, Poggiani: “Lo Stato non può girare la testa dall'altra parte”

Il presidente della III Municipalità lamenta l'assenza delle istituzioni nella Sanità proprio mentre piccoli imprenditori stanno ricostruendo l'economia della zona

Lo Stato non si può girare dall'altra parte, non può continuare ad essere omertoso”. Così Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità, ha commentato su Facebook la stesa che stamattina ha danneggiato le vetrine di Poppella, nota pasticceria della Sanità.

“La camorra stamane fa l'ennesimo 'salto di qualità', una follia che colpisce un simbolo del quartiere, un imprenditore generoso nato e cresciuto alla Sanità”, prosegue Poggiani. “In questo mese ho incontrato nell'ordine: ministro De Vincenti, Prefetto, Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Periferie, Commissione Regionale Anticamorra. A tutti ho esternato la mia rabbia e la mia paura per il ritorno di storiche famiglie di camorra che hanno nella propria subcultura camorristica lo strumento del pizzo”.

Il racconto del presidente della Municipalità è un excursus nell'economia del quartiere. “Ho spiegato loro che fino a metà degli anni '90 il quartiere tutto si basava su un'economia prodotta dall'artigianato: scarpe, guanti, cinture, pellame in generale. In tutte le famiglie c'era lavoro per la presenza di fabbriche e marchi prestigiosi come Valentino, Melluso, eccetera”. Poi la chiusura, dovuta proprio al pizzo imposto dal clan Vastarella.

“Per 10 anni quindi c'è stato il buio”, ha proseguito Poggiani. “Da qualche anno a questa parte però si è invertita la tendenza. Piccoli commerciali, imprenditori, associazioni e cooperative hanno ridato vita al tessuto produttivo del Rione puntando tutto su due filoni: cultura e turismo, piccolo commercio basato soprattutto sulle eccellenze del food”. A De Vincenti il presidente della III Municipalità spiega di aver chiesto “di non lasciare solo il quartiere che piano piano sta alzando la testa”.

“Purtroppo sembrerebbe che oggi sta succedendo quello che tutti temevano – conclude amaramente Ivo Poggiani – Quelle storiche famiglie di camorra hanno ripreso il controllo del territorio ed maniera violenta stanno di nuovo soffocando le economie del quartiere. Non so se stamattina quello che è successo sia esattamente questo, ossia intimidazioni per il racket. Mi pare però che quelle modalità di quel cancro radicato nel Rione Fontanelle che ha agito per anni in questa direzione stia tornando”. “Ribadisco: ognuno faccia la sua parte – esorta – Da stamattina ho ricevuto decine di messaggi e telefonate di gente stanca ed esasperata. Lo Stato non può girare la testa da un'altra parte, Non può continuare ad essere omertoso”.

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